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L’EMP è uno strumento elaborato da Arnold Bruhn negli anni ’80 per aiutare i pazienti a rileggere e riscrivere la narrazione della propria vita. Consiste in un fascicolo che si consegna al paziente, (senza alcun obbligo che lo compili tutto) composto da numerose pagine ciascuna dedicata ad un particolare tipo di ricordo (ricordi d’infanzia, ricordi della vita familiare, ricordi di esperienze felici o dolorose, eccetera)

L’idea di fondo è che ognuno ha narrazioni che ha costruito su di sé e sul mondo: queste sono alla base della propria identità, e sono in qualche modo delle creazioni soggettive, che abbiamo creato a partire dalle nostre esperienze di vita, e che ci aiutano a dare senso alle nostre percezioni.

Per questo stesso motivo, queste storie influenzano ciò che noi vediamo, e plasmano il nostro presente.

A volte i meccanismi appresi nelle prime fasi evolutive, che hanno avuto una funzione adattiva anche utile ed efficace allora, vengono riproposti a distanza di venti o trenta anni, e questo causa malessere e scelte inadeguate ed inefficaci, ma che hanno un senso se rapportate a conflitti o traumi antichi.

Lo strumento della EMP ci permette di affrontare in modo non direttivo o invasivo il mondo dei ricordi antichi e di far emergere i meccanismi più efficaci e quelli disfunzionali, per dare al soggetto la possibilità di comprendere e di scegliere in modo consapevole.